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L'Hdemia SantaGiulia ospita l'artista Nancy Burson

Accademia SantaGiulia
12/04/18

L'Hdemia SantaGiulia ospita l'artista Nancy Burson

Giovedì 12 aprile alle ore 15.30 presso l’Aula Magna, si terrà l’incontro con l’artista Nancy Burson, in Italia e a Brescia per promuovere una sua personale che inaugurerà il 13 aprile presso la galleria PACI.

L’incontro vede la partecipazione degli studenti del corso di Estetica (Didattica dell arte per i musei, Pittura e Scultura) della Prof.ssa Michela Beatrice Ferri e degli studenti del corso di Teoria e analisi del cinema e dell'audiovisivo (Nuove tecnologie dell'arte) del Prof. Matteo Asti.

L'Hdemia SantaGiulia ringrazia le Prof.sse Milana Cordioli, per il contatto con l'Artista internazionale, e Michela B. Ferri che si presterà all'accoglienza e traduzione in lingua degli interventi.

 



Nancy Burson (dal sito pacicontemporary.com)
Sin dall'inizio della sua carriera artistica, Nancy Burson si è interessata alle interazioni tra arte e scienza ed è stata tra i primi artisti ad applicare la tecnologia digitale al genere della ritrattistica fotografica.
Attraverso la sintesi di diverse foto resa possibile dall’impiego del suo personalissimo metodo di lavoro, Burson genera opere completamente nuove che sfidano la verità fotografica con la nascita della manipolazione digitale. Il suo lavoro è da considerarsi unico perché è stata la prima artista a introdurre i ritratti “composite” nell'era elettronica. È conosciuta, infatti, proprio per il suo lavoro pioneristico nell’uso delle tecnologie di morphing: l’uso di programmi computerizzati per cambiare o sovrapporre le foto mostrando nuovi aspetti dell'età, della razza o del personaggio del soggetto originale. Oltre alla fusione di due o più immagini in un “composite”, il lavoro di Nancy Burson include anche immagini modificate al computer attraverso un sistema deformante che interviene cambiando la realtà di un'immagine, invecchiando e ringiovanendo fotografie e proiettando, così, un ritratto nel futuro o nel passato.
In collaborazione con i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology, Nancy Burson ha iniziato a produrre ritratti “composite” generati al computer tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80: ha sviluppato, così, un software che può essere utilizzato per "invecchiare" un volto umano. Il suo lavoro affonda le proprie radici in secoli di studi sociali, scientifici e pseudo-scientifici sul volto umano. Tuttavia, l'atteggiamento dell’artista verso la scienza è da sempre intriso di ironia e di una profonda consapevolezza delle assurdità insite in molti concetti storici, come quelli di razza e genere, che oggi diamo per scontati. La grande mostra antologica "Composites" esplora i primi lavori pionieristici di Nancy Burson a partire dal 1976 ("Method and Apparatus for producing an image of a person’s face at a different age") sino alle serie "Composite" degli anni '70 e '80. Combinando e manipolando digitalmente immagini di individui spesso molto noti, tra cui star del cinema e leader mondiali, Burson esamina questioni politiche, genere, razza e standard di bellezza.
Da menzionare anche la serie dei "Composite paintings" del 1986: Nancy Burson ha impiegato la sua solita tecnica per combinare e mescolare alcuni dei più famosi capolavori di artisti del XX secolo quali Picasso, De Kooning, Rothko, Cézanne, Van Gogh, Newman ...


 

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