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Applausi e sorrisi al teatro Sociale 'Olivo' conquista gli under 30

Riportiamo il testo dell'articolo uscito sul portale online del Corriere della Sera di Bergamo il 27 ottobre 2016, che parla della messa in scena e della prima (riservata agli under 30) dell'opera teatrale Olivo e Pasquale che ha debuttato al Teatro Sociale di Bergamo il 26 ottobre e che vede in scena le scenografie e i costumi realizzati delle studentesse del triennio di Scenografia Bertuzzi, Sarzi Sartori, Delgado, coordiante dalla Prof. Michela Andreis.

ARTICOLO di Daniela Morandi (disponibile online)

Applausi e sorrisi al teatro Sociale «Olivo» conquista gli under 30
Musiche travolgenti e interpretazioni riuscite: l’opera buffa convince

Overture. Il fluire potente della musica sembra infrangersi sul sipario, chiuso. Alle note dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, diretta da Federico Maria Sardelli, corrispondono movimenti concentrici sul telo, come fossero onde. Sonore. È l’illusione del teatro. Quello fatto di dettagli e di particolari. Quello artigiano, che sarà in scena domani, in replica domenica, con il melodramma giocoso «Olivo e Pasquale».

Ieri al Sociale la prova generale, aperta agli studenti. La platea, divertita, applaude. L’opera di Jacopo Ferretti con musica donizettiane, ripresa nella prima rappresentazione moderna dell’edizione di Napoli del 1827 a cura di Maria Chiara Bertieri per la Fondazione Donizetti, è una chicca, con cui Francesco Micheli ha deciso di aprire la stagione.

Come l’anno scorso la scelta cade su un’opera buffa, ma questa è cucita su misura per lo spazio scenico, dove gli artisti alternano cantato a dialoghi parlati alla maniera dell’opéra-comique, con un Pasquale che usa il napoletano. Una nota di colore in più su scena e costumi già variopinti. Per tradizione è il personaggio che strappa la risata al pubblico con usi e costumi scaramantici partenopei. E la missione riesce. La sua natura si oppone al rigore di Olivo, il fratello orco. Ben oliato il confronto-scontro tra il basso Filippo Morace, nei panni di Pasquale, e il baritono Bruno Taddia in Olivo. I due sono complementari per voci e portamento: se il secondo in due ore compie mille faccende, il primo in un mese ne realizza una, per riprendere un passaggio del copione.

Sulla scena tutti gli artisti e il coro Donizetti danno buona prova di sé per voce e recitazione, all’interno del teatrino di cartone ideato dalla regia di operAlchemica. Riuscita e in linea con l’opera buffa. La scenografia ricorda un pop up di carta, dove le luci creano un impatto cinematografico, eco di film alla Tim Burton o all’Alice attraverso lo specchio, quello stesso che compare nel secondo atto e in cui ogni personaggio riflette la propria natura. Mentre la storia si infrange. In scena l’amore giovanile osteggiato: Isabella, figlia di Olivo, ama Camillo, contabile del padre, che l’ha promessa in sposa al commerciante Le Bross. Ma grazie a questi la sorte barbara cambia. Per sé vuole una femmina schietta e sincera, non una sposa per procura. Il castello di carta e di denari degli adulti si dissolve. A vincere i giovani, supportati da una musica che travolge alla fine del primo atto, mentre alla fine dell’opera porta all’essenza: sulle assi solo un albero e un filo di luci. La semplice natura delle cose.

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