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Teatro Grande, scoperti nuovi affreschi nascosti nel Ridotto

Il Corriere della Sera - Brescia
08/08/17

Riportiamo l'articolo pubblicato online martedì 8 agoato 2017 dal Corriere della Sera Brescia riguardante i nuovi affreschi nel Ridotto del Teatro Grande scoperti dagli studenti dell'Accademia SantaGiulia durante i lavori di restauro:

«L’antica scritta «Portineria» e un tappeto verde con decorazioni dorate emersi durante i lavori del ridotto per 200 mila euro. Il cantiere dovrebbe finire entro Natale.

Con quei capelli da zingara, la sigaretta perennemente accesa e il suo devotissimo assistente-mastino incollato alla sottana in stampa floreale, anche la signora del pianoforte Martha Argerich era passata dalla porta sul retro, la stessa da cui erano entrati Luciano Pavarotti con il suo buffet pre-concerto e altri divi della musica: la scritta «Portineria Teatro Grande», verniciata con una grafia elegante sull’ingresso di via Paganora e antichissima, è riaffiorata all’improvviso, mentre gli operai stavano pulendo l’ingresso artisti.

Le nuove scoperte

Storie recondite che riemergono all’improvviso, non solo sulla porta del teatro. Murate da un pannello impudente messo forse negli anni Ottanta per coprire una porta di sicurezza, le trame segrete sono emerse tra specchiere ottocentesche, divani di velluto e architetture rococò, nella prima loggia del ridotto: un tappeto verde con decorazioni dorate appeso a un balcone è trapelato durante i lavori di restauro. Era stato affrescato nel Settecento, sotto una finestra poi murata: Elisa Pedretti, docente all’Accademia Santa Giulia, e i suoi allievi (stanno seguendo il cantiere) l’hanno appena trovato, ed è quasi certo che, appena toglieranno il pannello accanto, sulla stessa loggia, ne scopriranno un altro identico e simmetrico. Un tappeto adagiato su una finestra, ma stavolta trompe l’oeil, era già riapparso qualche mese fa, dalla parte opposta del ridotto: il soprintendente Umberto Angelini e la fondazione Tassara l’avevano messo in risalto durante la mostra allestita con le «Serenissime trame» della collezione di Romain Zaleski (da record: un pubblico di 6 mila persone in dieci giorni di esposizione). 

Il cantiere e il costo dell’intervento

Cellophane e ponteggi su cui sono arrampicati i restauratori dell’accademia avvolgono ancora qualche architettura illusionistica e frammenti dipinti: iniziato tre anni fa, sospeso tra un debutto e un balletto e proseguito grazie all’ossessiva ricerca di mecenati da parte di Angelini, il restauro del ridotto è pieno di sorprese. Dietro le specchiere ottocentesche, nelle scorse settimane, sono state trovate decorazioni del secolo precedente: la Soprintendenza dovrà valutare come trattarle. Si è anche risolto un dubbio che durava da anni: le pance delle lesene sono senza alcun dubbio opera di Tagliaferri (prima del suo intervento, le colonne non erano svasate sul fondo come appaiono ora ma dritte). Il cantiere del ridotto dovrebbe finire a Natale: loggia superiore, veletta ed estradosso del soffitto, quasi mille metri quadri di putti, orpelli e affreschi, sono stati restituiti al Settecento tre anni fa (grazie all’assegno da 250 mila euro firmato dalla famiglia Gussalli Beretta e alle mani della Laba). Ora, Elisa Pedretti e i suoi studenti, una ventina, stanno concludendo l’opera e tentando (con successo) di far riaffiorare le cromie del primo impianto decorativo. Entro il 15 settembre, prima dell’inizio della stagione d’opera che debutterà il 29 con Cenerentola, saranno pronti i prospetti del ridotto, poi toccherà agli ultimi ritocchi. 
Il preventivo dei lavori, 200 mila euro, è stato saldato in parti uguali da Loggia e Regione (l’assessorato al Commercio e Turismo di Mauro Parolini) con le risorse del progetto «Brescia che spettacolo!», che ha finanziato cantieri e spettacoli in città. Incluso il restyling di corso Zanardelli: oltre a nuove panchine, porfido e fioriere, il sindaco Emilio Del Bono vorrebbe rendere onore e grazie al Teatro Grande con un’installazione dedicata: da mesi ormai si sta discutendo delle bozze (potrebbe ricordare la Butterfly) e soprattutto della posizione (l’ipotesi di metterla al posto della fontana è stata scartata dalla Soprintendenza)». 

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