Messaggio del Direttore
Saluto in ingresso del nuovo Direttore di Accademia SantaGiulia
Care studentesse, cari studenti,
un altro Anno Accademico sta per iniziare, e come sempre nell’aria c’è qualcosa di frizzante.
Per chi torna in Accademia per il secondo, terzo, quarto o quinto anno, è innanzitutto il momento per ritrovarsi con colleghi e amici – anche se di certo, complici gli esami, non ci si è mai del tutto persi di vista – al fine di riprendere insieme un nuovo tratto del proprio cammino di formazione. Un momento di saluti, di abbracci, di racconti, di sorrisi e di risate, di condivisione di esperienze, di curiosità nei confronti di quei corsi dell’annualità successiva di cui si è tanto sentito parlare dagli studenti più grandi, e che ora sono finalmente prossimi a svelarsi.
Per chi si è appena iscritto, invece, è un momento di scoperta, spesso un po’ timida e circospetta nonostante l’energia e l’entusiasmo siano palpabili nei visi di tutti. Soprattutto, ora che dalle scuole superiori si è stati catapultati in un contesto di alta formazione, non si sa bene cosa aspettarsi. Le speranze di una vita futura all’insegna del percorso formativo che si è scelto sembrano proprio lì davanti, ormai pronte a materializzarsi, e non si vede l’ora di correre ad afferrarle; ma allo stesso tempo si percepisce anche qualche incertezza e qualche umanissima preoccupazione. Avrò fatto la scelta giusta? Sarò all’altezza di una sfida nuova e che oggi non posso conoscere nei dettagli?
Ancora, c’è una domanda persino più delicata, che in fondo accomuna anche gli studenti delle annualità più avanzate: quand’anche la scelta del percorso sia stata la più adatta alla mia personalità, e quand’anche io sia stato così bravo da superare ogni difficoltà, alla fine del percorso avrò davvero modo di costruire il mio avvenire, il progetto di vita che sto sognando, attorno a ciò che ho imparato o imparerò?
Ho solo una risposta a queste domande: dipende da voi.
Sì, certo, un po’ dipende anche dall’Accademia, e da questo punto di vista vi posso garantire che noi faremo la nostra parte al meglio delle nostre possibilità; anche perché non conosciamo soddisfazione più grande, nulla ci dà brividi nella schiena tanto forti, che vedere i nostri studenti che trovano il loro posto nel mondo, ciascuno a proprio modo.
Ma in conclusione, davvero, dipende da voi.
Dipende da come vi rapporterete con i vostri docenti, con i vostri colleghi, con l’Accademia tutta.
Dipende da ciò che farete per trarre da ogni esperienza una goccia di conoscenza e competenza con cui nutrire la vostra immaginazione e il vostro talento.
Dipende da quanto saprete organizzarvi per non perdere il filo del percorso che avete imboccato, anche davanti ai problemi apparentemente più insolubili.
Dipende da come reagirete alle difficoltà che tutti noi – nessuno escluso – siamo inevitabilmente destinati ad incontrare sulla nostra strada quando intendiamo formarci in una disciplina, indipendentemente dall’indirizzo che abbiamo scelto.
Dipende anche da quanto saprete maturare il coraggio necessario per chiedere aiuto – ai vostri colleghi, ai docenti, alla struttura didattica dell’Accademia – quando ne avrete bisogno.
Ma soprattutto, dipende da quanto saprete mettere a frutto quella passione che vi brucia dentro, che vi emoziona, e che vi ha condotto – mentre altri hanno compiuto scelte apparentemente più rassicuranti (anche se è tutto da vedere che le cose stiano veramente così) – ad iscrivervi ad un’Accademia di Belle Arti. Non dovete perdere quella tensione, quell’anelito alla creazione, che in un certo senso è “professionale” e che tuttavia, allo stesso tempo e ancora più in profondità, è anche e soprattutto personale, esistenziale, quasi viscerale.
Dunque, continuate a sorprendervi per il brillìo di una pennellata, per la matericità di un getto di creta o per lo splendore di una foglia oro; continuate ad emozionarvi per la rigorosa armonia di una pagina, per la bellezza minimale di un ambiente da vivere o per la drammatica espressività di uno spazio teatrale; continuate ad immergervi nell’inaspettata umanità di un lavoro digitale o nel rigore funzionale di una stringa di codice; ancora, continuate ad appassionarvi all’impagabile esperienza di raccontare l’arte o di farla vivere agli altri in un laboratorio che avete ideato voi.
È il punto di partenza, certo. Ma quello conclusivo si trova lungo la strada che la vostra passione disegna e disegnerà.
Buon Anno Accademico a tutti.
Paolo Sacchini