11/01/20
Si terrà l'11 gennaio 2020 dalle ore 18.00 alle 22.00, allo Spazio Bunker di via Odorici, nel cuore del quartiere Carmine di Brescia, l'inaugurazione della mostra OASI – zone di contatto.
OASI è un progetto espositivo a cura di Nicole Bolpagni, Linda Carluccio, e Giuditta Colombi (laureande al biennio specialistico di Comunicazione e Didattica dell'Arte), che dallo spazio Bunker emerge espandendosi nel quartiere Carmine di Brescia, coinvolgendo rispettivamente Matrici Aperte e Spazio Arte Duina.
Il bunker diventa così un’area fertile all’interno di un centro urbano, un habitat in cui linguaggi e identità artistiche eterogenee riescono a convivere come parti distinte ma imprescindibili di un'unica dimensione. Il pubblico ha la possibilità di vivere un’esperienza immersiva e evocativa, e riflettere su come sia possibile mantenere la propria individualità e al tempo stesso entrare in simbiosi con quella degli altri. Nel rifugio antiaereo di Brescia entrano in contatto i lavori di cinque artisti emergenti dalle ricerche sperimentali: Nicole Bolpagni, Enrico Cattaneo, Lorenzo Lunghi, Marco Rossi, e Pietro Vitali espongono opere intermediali dando vita ad un ambiente in bilico tra realtà e illusione.
Scopo ultimo del progetto è fare in modo che la riflessione e l’immaginario alla base della mostra, si possano estendere idealmente alla zona del Carmine. Intento che è stato possibile realizzare grazie alla disponibilità di Matrici Aperte e Spazio Arte Duina che per l’occasione si sono resi disponibili ad ospitare i laboratori paralleli alla mostra.
Attraverso l’utilizzo di tecniche come la gum print e la pittura ad olio non tradizionale, i partecipanti hanno la possibilità di creare alcuni esemplari di piante immaginarie che, come in un'oasi, convivranno nel rispetto delle loro differenze all'interno di un erbario fantastico. Il risultato finale sarà un libretto costituito dall'assemblaggio delle produzioni dei partecipanti, cucito da un filo capace di legare ogni identità in un esito collettivo.
OASI - zone di contatto si manifesta come un grande ambiente sotterraneo scandito da ritmi di pieni e vuoti, da zone particolarmente buie ed altre più luminose.
L’allestimento viene ideato in relazione all’insidiosa struttura architettonica del rifugio, in cui gli artisti operano attraverso un approccio site specific.
A partire dalle prese elettriche si estende l’opera di Lorenzo Lunghi che modifica l’originale funzione di alcuni dispositivi tecnologici per dare vita a trappole scultoree in grado di produrre una fiamma micro-elettrica, allusione al focolare primitivo. Percorrendo i corridoi del bunker, alterati da Enrico Cattaneo attraverso un’installazione dal carattere scenografico, emerge dalla polvere di cemento una vegetazione fittizia, astuta mimesi del reale. Tale ambiguità formale si può ritrovare in maniera differente anche nell’opera di Pietro Vitali che indaga la zona di contatto dell’intercapedine rendendo il vuoto un elemento architettonico. Tra questi lavori fortemente sperimentali si insinua il linguaggio sfuggente e frenetico di Marco Rossi che si diffonde nello spazio con lavori pittorici parietali e proiezioni di video in stop motion: un vero e proprio intreccio tra vissuto, immaginazione e memoria. La stessa necessità espressiva e diaristica si lega fortemente alla ricerca di Nicole Bolpagni che chiude il percorso della mostra: all’interno dell’unica stanza all'interno del rifugio, prende vita una sorta di camera oscura intima ed onirica, che si materializza in terza dimensione direttamente dall’immaginario dei suoi taccuini, presenti all’esterno dello spazio.
La mostra è aperta al pubblico dall'11 al 26 gennaio 2020.
Orari di apertura: dal Giovedì alla domenica, dalle 17:00 alle 20:00. Gli altri giorni su prenotazione.
In allegato il comunicato stampa con le informazioni sugli artisti e sulle curatrici.