17/01/19
Un tuffo nel colore alla scuola dell’infanzia Papa Giovanni XXIII di Nave, a Brescia.
Si sa, i bambini hanno occhi diversi rispetto a quelli di noi “grandi".
Loro guardano al mondo come un luogo inesplorato in cui diventare protagonisti di piccole avventure.
Tutto è una scoperta, anche il più insignificante dettaglio è in grado di affascinarli e di far nascere in loro quel senso di stupore sincero che noi adulti abbiamo ormai dimenticato.
Basta poco: dei colori, qualche pennello e un po' di colla per far nascere la magia e farli così entrare in un mondo di sogni e di fiaba in cui regna la fantasia. È proprio partendo da questo presupposto che nascono i laboratori espressivi per i bambini della scuola dell'infanzia.
Il segreto per comunicare con loro e arrivare pienamente alle loro giovani menti è l' “ascolto” dell'infanzia e la ricerca del fanciullino che è in noi. È sufficiente guardarsi intorno, affinare i sensi – anche se con lo scorrere del tempo si sono un po' intorpiditi – e concentrarsi sulle piccole, ma affascinanti esperienze che la vita ci offre quotidianamente.
È così che un elemento quasi banale come il colore è diventato protagonista del laboratorio espressivo che noi studentesse del corso di Pedagogia e Didattica dell'Arte abbiamo tenuto alla scuola dell'infanzia Papa Giovanni XXIII di Nave, accompagnate dal professore Angelo Vigo.
Partendo dal vissuto e dalle esperienze dei piccoli scolari abbiamo deciso di dare forma al tema del colore nella rappresentazione di una cascata variopinta, che scendendo da una trave del soffitto della scuola si è diramata e dispersa in un laghetto di colore sul pavimento.
Grazie all'ausilio delle tempere ma soprattutto grazie al coinvolgimento emotivo dei bambini abbiamo quindi dato vita ad un prodotto di forte impatto visivo nel quale i piccoli hanno potuto riconoscere il loro contributo e hanno compreso concretamente il tema affrontato durante il corso della giornata. Fondamentale è stato non solo il risultato finale, ma soprattutto il processo che ci ha permesso di raggiungerlo. È stato proprio attraverso la stesura del colore con i pennelli, le spugne e i loro stessi piedini che i bambini hanno avuto modo di immergersi completamente nell’attività, di avere un vero contatto con la materia.
Ad aiutare a garantire la consapevolezza del significato del prodotto finale e del laboratorio sono stati due personaggi di fantasia, il Signor Bianchi e sua moglie Bianca, i protagonisti di un racconto ambientato in un mondo completamente privo di colore che grazie alla loro fantasia viene inondato dalla magia dell'arcobaleno.
Questa fiabesca narrazione a carattere evocativo è stato l’artificio che ha permesso ai bambini di immedesimarsi nei personaggi della storia e di comprendere il valore del colore nella loro piccola realtà quotidiana.
Mediante l’attività laboratoriale i bambini con il loro entusiasmo e la loro spensieratezza hanno così inconsapevolmente vissuto un’esperienza d'arte che come tale arricchirà le loro giovani vite.
Contributo di: Francesca Bresciani